La crisi dell' "Utile Idiota
Mi piace intitolare con queste parole espresse dal Presidente Berlusconi
l'ultima crisi governativa della Nostra amata Italia.
Infatti ultima ma ennesima crisi di uno Stato che, dal punto di vista
della governabilita' dal dopoguerra ad oggi, ha fallito ogni obbiettivo.
Anche la cosiddetta Seconda Repubblica con un nuovo sistema elettorale
basato sul maggioritario e non sul proporzionale, ha dimostrato le sue
debolezze e le sue lacune, ma che potranno essere eliminate se passera'
il referendum.
Siamo infatti, al quarto governo di legislatura e ci lamentavamo dei
governi di pentapartito che fino al '92 ci hanno lacerato nelle loro
crisi anche balneari. Certo il legame con il potere e con la poltrona,
spinge i Nostri della Sinistra fino alle conseguenze di aver buttato
a mare da un giorno allíaltro Prodi, che Li aveva portati al
successo, per poi portare agli altari D'Alema ma, anche lui fagocitato
dalla Sua stessa struttura.
Forse la verita' risiede a Botteghe Oscure, dove si impernia il comando
di quella nomenclatura che non accetta che ci possa essere una persona
a Palazzo Chigi che non risponda perfettamente alle Loro volonta'. Il
prossimo sara' forse "l'utile idiota" che ci trasportera'
verso le elezioni e, critiche a parte, sara' un fantoccio in mano ad
un gruppetto di partitini da comparsa e ai ds, che lo gestiranno secondo
le loro convenienze. Non credo che questa sia la volonta' di Noi Italiani,
che richiediamo a questo punto il rispetto delle regole democratiche,
dove si dichiara quando si vuole che siamo in un Paese civile e come
tale allora il popolo e' sovrano e quindi, di conseguenza, la volonta'popolare
si esprime nelle urne.
Forse per la paura di una sconfitta e l'esplodere dei conflitti interni
in una maggioranza oramai lacerata al suo interno che non ha alcuna
prospettiva politica o che meglio non riesce a governare, spingera'
i signorotti del "Castello Chigi" oramai asserragliati all'interno,
a diventare addirittura sostenitori del referendum, per cercare di allontanare
quel calice amaro che comunque dovranno bere o adesso o fra qualche
mese. Mi auguro che qualcuno sia folgorato sulla via di Damasco e ritenga
che il proprio ruolo pubblico si esplichi rispondendo alle necessita'
della gente, e non solo per difendere posizioni di potere, ma dando
voce di nuovo ai cittadini con il piu' vecchio e nobile strumento delle
democrazie: il voto.