In
attesa di una nuova Europa
Parlare
di allargamento non significa sancire l'appartenenza o meno di alcuni
Paesi dell'Europa.
Europa ed Unione Europea sono due cose diverse; la seconda e'un'entita'politica
la cui genesi risale a 50 anni. fa, la prima e'un entita'geografica,
storica, religiosa, culturale, sociale le cui radici si perdono nel
tempo.
Divenire membri dell'Unione richiede una candidatura, fare parte dell'Europa
e'un atto di nascita, un vincolo di sangue che unisce tutti i popoli
di questo meraviglioso continente.
Non dimentichiamocene quando parliamo di allargamento; noi siamo qui
a valutare, giustamente, criteri economici, politici, sociali, ma stiamo
attenti a non svuotare di significato un atto che ha in se'molto di
inevitabile e predestinato.
Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, per citare solo alcuni dei candidati:
si puo'forse negare la loro appartenenza alla nostra storia, alla nostra
cultura, alle nostre origini?
Questo chiaramente non significa abdicare alle nostre responsabilita':
la verifica del recepimento dell'aquis comunitario non e'prescindibile,
come d'altra parte e'necessario che líUnione mantenga gli impegni
presi con questi Stati all' interno della strategia di pre-adesione.
E nel gestire questo momento estremamente delicato di passaggio non
dobbiamo sottovalutare la necessita'di un sano pragmatismo, che eviti
inutili battaglie di principio.
In linea generale siamo tutti d'accordo con una Unione allargata, ma
questo risultato potra'essere pienamente raggiunto solo quando i Paesi
candidati avranno effettuato le necessarie riforme strutturali, quando
l'Unione Europea si sara'dotata di Istituzioni e procedure decisionali
in grado di gestire una situazione soprattutto quando ci renderemo finalmente
conto che l'Europa non e'una questione di status politico, ma e'soprattutto
radici e storia comune, sangue e lacrime, sogni e miraggi che ci uniscono
al di la'dei problemi politici o economici.