Due osservazioni sul dossier Galileo


In quanto relatore per parere della commissione Bilanci in merito al dossier Galileo, nel mio intervento mi soffermerò essenzialmente sugli aspetti finanziari della proposta della Commissione, lasciando ai due relatori principali il compito di entrare nel merito della questione. La Commissione ha proposto di istituire un'impresa comune che completi la fase di sviluppo di Galileo, una struttura flessibile, dotata di personalità giuridica e della capacità di concludere i contratti necessari e che garantirà l'unicità di gestione. I soci fondatori previsti sono la Commissione e l'ESA, con una partecipazione massima rispettiva di 520 milioni e 550 milioni di Euro, e con la possibilità di partecipazione della BEI e di qualsiasi impresa privata che sottoscriva un importo minimo di 20 milioni di Euro.
Il costo di questa fase è stimato a 1,1 miliardi di Euro suddivisi equamente tra Comunità e Agenzia Spaziale Europea, cui si dovrebbero aggiungere 200 milioni del settore privato, come assicurato con la sigla di un Memorandum di Intesa a marzo 2001 dai rappresentanti delle principali industrie del settore.
Per quel che concerne il contributo comunitario, questo provvederà da due linee: 550 milioni dalla B5-700 reti transeuropee di trasporto - e un p.m. nella B6-6 - ricerca - in attesa di una decisione definitiva in merito al 6° programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico.
Per quel che concerne il contributo dell'Agenzia Spaziale Europea, questo si comporrà di 50 milioni in contanti e 500 in natura, secondo le modalità previste dallo Statuto dell'ESA stessa.
Nella mia relazione ho presentato in particolare due emendamenti alla proposta della Commissione che potrebbero chiarire alcuni punti e che sono stati ripresi dal relatore On. Glante. Il primo concerne l'eventuale partecipazione dei Paesi candidati alla fase di sviluppo di Galileo, così come richiesto dal Parlamento nella Risoluzione del 3 ottobre 2001. Io ho chiesto che siano individuati gli adeguati strumenti in bilancio per permettere Ia loro partecipazione, anche per evitare di ampliare ulteriormente ii divario già presente in capitoli, tanto delicati dell'acquis comunitario. II secondo emendamento concerne invece il ruolo che sarà riconosciuto all'Autorità di bilancio, e quindi chiedo che la Commissione Ia informi con cadenza regolare riguardo all'attuazione della fase di sviluppo di Galileo come anche chiedo che la relazione annuale sulle attività dell'impresa comune sia inoltrata a Parlamento e Consiglio, e non soltanto alla Corte dei Conti come proposto dalla Commissione.